Cartoline dalla Kalsa

Cartoline dalla Kalsa

Una storia da raccontare

Da molto tempo siamo impegnati nel quartiere Kalsa di Palermo in attività di inclusione sociale ed interventi di rigenerazione urbana perché riteniamo che occorra partire dalla prevenzione e dalla cura di quelle condizioni di disagio e di degrado per favorire percorsi di emancipazione e di affrancamento da fenomeni di devianza.

Abbiamo infatti rafforzato il convincimento che non è sufficiente accompagnare e sostenere commercianti e imprenditori a denunciare le estorsioni se non ci facciamo carico, parallelamente, di rimuovere le condizioni di povertà e degrado che contribuiscono ad alimentare l’illegalità diffusa e di criminalità organizzata.

In questo scenario si inseriscono l’idea e i laboratori storytelling per ricostruire e rafforzare una narrazione condivisa del e con il quartiere.

La Kalsa è un quartiere pieno di storie da raccontare, eclettico, vivace e sorprendente. Per riuscire a narrare anche solo una minima parte di esse, ci siamo cimentati in alcuni laboratori di storytelling, realizzati da Addiopizzo nell’ambito del progetto Sport Popolare in Spazio Pubblico, coordinato dall’associazione Handala e finanziato da Fondazione con il SUD. 

L’obiettivo delle attività di storytelling è stato quello di indagare e conoscere in profondità profondamente il quartiere in cui operiamo da anni anche attraverso interventi di inclusione sociale che proseguono anche all’interno di Sport Popolare in Spazio Pubblico. Esplorare il quartiere attraverso le voci di chi lo abita, lo vive giorno dopo giorno, dare voce a chi porta avanti il cambiamento: questo è stato il leit motiv dell’attività, finalizzata ad estendere e consolidare un solido reticolo di relazioni all’interno della Kalsa, un esercizio di racconto, visibilità e riconoscimento del proprio sforzo e del proprio valore nella comunità.

Cartoline dalla Kalsa è una webdoc che racchiude tutti i prodotti multimediali creati nel corso dei laboratori di storytelling, insieme ai protagonisti delle storie del quartiere e non è da considerarsi un contenitore statico bensì un costante e dinamico attivatore di processi di narrazione, pronto ad accogliere i contributi di chi opera alla Kalsa. 

Lo storytelling è come una terapia attraverso la quale  esteriorizzare il proprio mondo interiore, ricostruendo e rivivendo nelle storie che si raccontano, il  passato, il presente e il  futuro. Un  modo perfetto per stimolare  la cooperazione e la condivisione all’interno di uno stesso spazio.

Nel processo del racconto, oltre ai partner del progetto, ci è sembrato importante coinvolgere anche  studenti e studentesse dell’ICS Rita Borsellino, per sapere quale sia la loro idea di città e riuscire ad avere una narrazione condivisa sul quartiere attraverso più voci.

Così a margine dell’attività “A che gioco giochiamo”, svolta all’interno di Sport Popolare in Spazio Pubblico da Booq, che ha come obiettivo quello di mappare gli spazi pubblici disponibili e reinventare altri modi di viverli, ci siamo soffermati con i giovani per avere il loro punto di vista sulla vivibilità dello spazio, sui cambiamenti desiderati, sulle idee da proporre in tema di spazio pubblico.

“ Vorrei che Palermo fosse più innovativa e più pulita. Vorrei che fosse una città nuova”

Un altro target dei laboratori di storytelling ha riguardato residenti, artigiani, commercianti, imprenditori, genitori, associazioni, tante persone impegnate a vario titolo alla Kalsa, convinte che il cambiamento passi anche dal basso. Le storie, con il loro esempio ispirano e motivano. Quelle di alcune di loro, in particolare di residenti e commercianti, si sono interconnesse all’interno degli incontri, attraverso la descrizione di un oggetto rappresentativo del loro vissuto e del loro impegno.

L’arte del racconto, attraverso aneddoti, ha permesso il confronto e lo scambio punti di vista, desideri comuni e visioni.

I laboratori di storytelling hanno cercato di costruire uno stile comunicativo collettivo, alternativo, partecipativo e inclusivo, mettendo messo in risalto il vissuto di ogni partecipante, con i suoi desideri, necessità, rivendicazioni e resistenze, con la propria personale storia e visione del territorio.

«Non mi sarei mai immaginata di trasferirmi alla Kalsa, adesso è un luogo dal quale non voglio più andare via è pieno di storie di resistenza e bellezza, un luogo che ha saputo trasformarsi e che ha in sé la potenzialità di poter cambiare ancora grazie alla creazione delle relazioni. Oggi mi sento rappresentata da un pezzetto delle piantine che ho sparso ovunque davanti al ristorante e un po’ attorno, regalandole ai vicini. Credo fermamente nel valore della bellezza, per questo sostengo il progetto di riqualificazione del progetto Sport Popolare in Spazio Pubblico, un’azione che dal basso riporta bellezza laddove non c’è».

Chiara Marino, ristoratrice di Quattro Mani

«Quando io ed Elena siamo arrivati qui alla Kalsa, piazza Aragona era ancora un parcheggio. Con un processo dal basso siamo riusciti a renderla pedonale. Siamo sempre più convinti che per far vivere dei luoghi e mantenerli vivaci e puliti, è necessaria la partecipazione attiva di tutte le anime del quartiere. Noi nella piazzetta dove si affaccia il nostro laboratorio, Ciatu Lab, che viviamo giornalmente, ci occupiamo di dare acqua alle piante, pulire e sistemare. Per noi è la nostra casa e deve essere trattata come tale».

Fabrizio Lisciandrello, artigiano di Ciatu Lab

Un sentito grazie a tutti i partecipanti al laboratorio, di seguito le foto con i loro oggetti per l’esercizio: Chiara Marino del ristorante Quattro Mani, Sergio Barbara della sala da tè Teco, Beppe Castellucci e Michelangelo Pavia del co-working Neu-Noi, Alessio Colli del laboratorio Lu Coriu di Vicolo 4, Fabrizio Lisciandrello di Ciatu, Anna Patti, Cristina Vigneri, Pino Apprendi, Fabrizio Giacalone di Palma Nana, Claudia Vitale de La bottega delle Percussioni e Emilio Ajovalasit del Teatro Atlante.

Raccontare ciò che si realizza sul territorio spesso è un compito arduo e molte delle attività che si portano avanti non sempre vengono raccontate in una dimensione collettiva. Attraverso i laboratori di storytelling, i partner del progetto sono stati coinvolti in due incontri: uno con l’intento di ragionare sulla costruzione di racconti che mettano in primo piano i vissuti dei beneficiari e delle beneficiarie senza mai restituire visioni fuorvianti o non condivise  dai protagonisti delle azioni; l’altro mirato alla ricostruzione degli ultimi anni di azioni svolte da tutti i partner alla Kalsa per realizzare insieme una timeline multimediale che sia narrazione condivisa del lavoro svolto sinora dalla rete di partenariato. L’esercizio della narrazione è costantemente in divenire ed aperto ad accogliere sempre nuovi contributi.

I rappresentanti delle realtà si sono ritrovati a dover costruire la loro storia alla Kalsa in maniera condivisa e inclusiva, ripercorrendo le tappe principali delle azioni portate avanti per la comunità del quartiere.

Una narrazione comune è ciò che serve per ricordarsi da dove si viene, avere chiaro cosa si fa adesso e progettare insieme il futuro. Frutto degli incontri e del confronto tra i partner della rete è la costruzione della sottostante timeline multimediale che ripercorre i momenti cruciali della storia in comune a Piazza Magione e alla Kalsa, dai tempi dell’occupazione dello Sparo, passando per le prime feste di Addiopizzo, la partita che ha salvato il campetto di calcio, le aree giochi a piazza Magione, fino alla costruzione del progetto Sport Popolare in Spazio Pubblico.

«I laboratori di storytelling sono stati molto utili perché ognuno ha raccontato il proprio percorso e abbiamo condiviso tappe ed intrecci. Abbiamo rivissuto le tappe condivise, le attività intersecate e abbiamo ripercorso la nostra storia comune che ci ha visti uniti come partner nei progetti e come comunità educante alla Kalsa».

Lara Salomone, Associazione Handala

Lucia Sorce

«Creare insieme la linea del tempo condivisa è di vitale importanza perché finora abbiamo fatto tantissime cose per trasformare ciò che non ci piaceva nel quartiere, creando di fatto una rete forte che adesso è impegnata in Sport Popolare in Spazio Pubblico, senza mai soffermarci sulla narrazione collettiva e condivisa di ciò che è stato».

Lucia Sorce, dirigente dell’ICS Rita Borsellino, partner del progetto

LA MAPPA

Un viaggio avventuroso quello dei laboratori di storytelling, che nel caso degli incontri tra residenti e commercianti ha dato vita ad un racconto del territorio tappa dopo tappa, svelato attraverso i suoi punti di interesse, le voci di chi abita la Kalsa, proprio perché un territorio non è solo il posto in cui si vive e si lavora ma è custode di interrelazioni, eventi e cambiamenti. Una geografia differente, descritta attraverso un percorso che narra le storie di chi si impegna giorno dopo giorno per rendere vivace ed inclusivo il quartiere. Un percorso iniziato con gli incontri di narrazione condivisa, proseguito poi con delle interviste in profondità all’interno dei luoghi di ciascuno dei partecipanti. Ognuno nel proprio spazio ha aperto le porte della propria vita e l’ha svelata alla telecamera. I protagonisti hanno regalato i dettagli del proprio vissuto, restituito un ritratto personale e al tempo stesso costruito relazioni con le persone che hanno vissuto il quartiere e lo vivono tutt’ora.

La mappatura è un progetto in divenire dove vogliamo continuare ad accogliere i contributi di quanti sono impegnati a vario titolo nel quartiere Kalsa di Palermo.

Alessio Colli

«All’interno del mio laboratorio ho messo tutto ciò che mi piace, cuoio, piante e strumenti musicali e i libri. Sono gli elementi di Vicolo 4 e del Borgo dei Giusti da poco riconosciuto dal Comune. Qui la chitarra è sempre disponibile per tutti, le piante sono di tutti. Qualche anno fa il vicolo non era in queste condizioni, abbiamo fatto degli interventi con gli altri artigiani, abbiamo recuperato e stabilito un contatto con tutte le parti di questo quartiere. L'enorme vantaggio del vicolo è l’essere un punto d’incontro della Palermo borghese e quella storica. Due mondi che non parlano, per questo Vicolo 4 ha un altro valore simbolico, perché accoglie tutti e perché è cresciuto con la volontà di tutti e tutte senza aspettare nulla dall’alto».

Alessio Colli, artigiano di Vicolo 4

Da queste intime testimonianze è nata la mappa digitale del quartiere, con lo scopo di orientare la lettura di un territorio sempre più eclettico, in cui si mescolano le vite dei nuovi residenti e di quelli storici, delle associazioni impegnate e delle attività commerciali che non sono semplici negozi ma veri e propri luoghi di incontro e scambio. Un ritratto auto-rappresentativo identitario e di riconoscimento dei valori condivisi unito all’immediatezza comunicativa, offerta dall’approccio multimediale della tecnologia che aggrega foto, video e suoni in unico racconto. La mappa partecipata è uno strumento creativo che permette di comprendere il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui la comunità si riconosce e che desidera trasmettere alle future generazioni: uno strumento versatile, dialogico e dal forte impatto comunicativo. Scopri, navigando attraverso la mappa, tutte le storie delle persone e delle realtà che hanno partecipato al percorso di narrazione condivisa.

INVESTIMENTO COLLETTIVO

L’azione di storytelling all’interno di Sport Popolare in spazio pubblico è direttamente correlata a quella d’investimento collettivo perché la riuscita degli interventi di rigenerazione urbana costruiti dal basso e finanziati da raccolte fondi collettive, dipende dalla conoscenza che la comunità ha di sé, del proprio passato, presente e quindi della capacità di prendersi cura del bene comune anche in futuro. L’intento dei laboratori di narrazione condivisa infatti, è quello di accrescere la consapevolezza della propria storia, tessere relazioni sempre più solide nel quartiere per fare comunità. Una comunità che partecipa e sostiene anche economicamente la rigenerazione dello spazio pubblico. All’interno del progetto è prevista infatti la realizzazione di tre aree-ludico sportive da ideare con percorsi di progettazione partecipata e finanziare con azioni di investimento collettivo promosse proprio da Addiopizzo. Il 6 dicembre 2022 è stato inaugurato il primo intervento, frutto di un percorso che affonda le sue radici nella storia collettiva narrata finora e che vede questa volta l’aggregazione di nuovi fattori dall’alto valore sociale e politico.

L’installazione di nuovi giochi a Piazza Magione è stata realizzata con le donazioni di dieci imprenditori e commercianti, che hanno trovato la forza e il coraggio di opporsi al racket delle estorsioni, in collaborazione con la cooperativa Rigenerazioni Onlus e l’associazione Lisca Bianca (fautori del progetto “Svolta all’Albergheria!” sostenuto da Fondazione con il Sud), i partner del progetto “Sport Popolare in Spazio Pubblico”, la cooperativa Palma Nana e il prezioso ruolo dell’Istituto comprensivo “Rita Borsellino”. L’intervento oltre alle vittime di estorsione ha coinvolto ragazzi e adulti del circuito penale, impegnati in esperienze di giustizia riparativa che si sono dedicati alla manutenzione di tutta l’area ludica, realizzata nel 2016 in rete con tutta la comunità educante della Kalsa, e finanziata da un’azione di investimento collettivo promossa da Addiopizzo che ha coinvolto la città.

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Importo Donato

L’importo per l’acquisto dei giochi e la loro posa in opera è di € 9.003,00 che siamo riusciti a raccogliere in poche settimane grazie anche al sostegno di singoli cittadini. Per l’acquisto dello scivolo, del bilico e della gomma colata antitrauma sono occorsi € 6.245,18 e per la loro posa in opera, che prevede anche la realizzazione del massetto in calcestruzzo alla base dell’area, sono serviti € 2.757,81.

Il percorso dell’investimento collettivo non finisce qui e presto si sposterà un po’ fuori la Kalsa, in via Ingrassia, dove insieme agli studenti e alle studentesse del Plesso Amari dell’ICS Rita Borsellino, residenti e associazioni abbiamo avviato un intenso processo di progettazione partecipata e assemblee di quartiere che porterà alla pedonalizzazione di parte della carreggiata per restituire un pezzetto di strada alla comunità e creare nuovi spazi di aggregazione.

Al momento il progetto è in fase di valutazione tecnica per nuovi percorsi di viabilità, la campagna di comunicazione per la raccolta fondi è quasi pronta ed è stata interamente costruita con i protagonisti della comunità che si stringe intorno all’intervento. Attendiamo il lasciapassare dell’amministrazione per restituire alla collettività un pezzo di spazio pubblico luogo di diritto e condivisione. La comunità di Sport Popolare in Spazio Pubblico è pronta per la nuova sfida e vi aspetta uniti e unite per la difesa e la rigenerazione dei nostri spazi. Via libera!